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Moria di palme. E dopo?

 

2010 PalmeBibliotecaArenzano

Palme morte davanti alla biblioteca

Ingresso del Grand Hotel, 2011 (fonte: Google Maps) Ingresso Grand Hotel, 2020 (fonte: Google Maps)


In questi mesi in Arenzano c’è stata una moria di palme che ha impressionato tutti. Fa effetto vedere come esemplari centenari in poco tempo comincino a piegare le foglie verso il basso e morire.

Improvvisamente tutti ci siamo accorti di questi giganti che ci hanno accompagnato durante la nostra vita, della loro bellezza, e spesso ce ne siamo accorti proprio perché… non c’erano più. L’illuminazione è diversa, gli scorci cambiano e ci domandiamo come mai ci siano tanti ceppi tagliati nelle aiuole.

Staimo monitorando la situazione attraverso una mappa con le segnalzioni che è possibile trovare a questo indirizzo: https://b.link/3gkj8

Piantate nella maggioranza dei casi all’inizio del secolo scorso, le palme delle Canarie (Phoenix canariensis), sono piante ornamentali, con una chioma folta e bella, spesso esaltata dal taglio artistico delle foglie secche da parte dei giardinieri. Purtroppo questa specie è quella più soggetta alle infestazioni del temuto punteruolo rosso.

 

L’amministrazione comunale si è attivata per tempo ma finora non si sono trovati altri rimedi al taglio tempestivo e alla distruzione delle piante infestate, in modo da limitare il più possibile il contagio. Si è inoltre provveduto alla loro sostituzione con nuovi esemplari.

Negli ultimi mesi c’è stata una notevole accelerazione del fenomeno, avvenuta anche in altre cittadine liguri, come Pietra Ligure, Noli e Nervi, con la conseguenza evidente che i moncherini delle palme tagliate si sono moltiplicati, in una curiosa varietà di altezze e situazioni: davanti alla biblioteca comunale alcuni cittadini li hanno paragonati a due candele, in altri casi sono diventati sostegni per delle piante di rosa. Si pone quindi il problema della loro rimozione e di un progetto a lungo respiro per la sostituzione di questa specie di palme, al fine di mantenere il patrimonio verde di Arenzano.

Per minimizzare il rischio di situazioni analoghe in futuro conviene prevedere, in sostituzione delle palme delle Canarie, l’utilizzo di diverse specie, sia simili sia autoctone.

Sarebbe auspicabile pure verificare se sia possibile utilizzare le piante nate spontaneamente da seme nei nostri grandi parchi, mettendole a dimora per essere utilizzate via via che se ne presenti la necessità: sarebbe senz'altro un risparmio di costi.

 

Scegliere quali specie siano più adatte alla sostituzione è ovviamente una prerogativa degli esperti della amministrazione comunale, tuttavia possiamo, con spirito collaborativo, condividere quanto abbiamo scoperto facendo una piccola ricerca sulla rete.

A Loano e a Nervi le palme sono state sostituite con altre della specie “Washingtonia robusta”. A Imperia sono stati investiti, nel 2016, oltre 120.000 euro per ricollocare nuove palme in sostituzione da quelle colpite dal “punteruolo rosso”. Le palme nuove sono di varietà, al momento, resistenti all’attacco dell’infestante: Washingtonia robusta, Washingtonia filifera, Phoenix dactilyifera, mentre a san Benedetto del Tronto hanno utilizzato delle specie Washingtonia e Phoenix provenienti dal vivaio comunale.

Le Washingtonie, già presenti sul nostro territorio, hanno una chioma molto meno folta; la specie “filifera” è piuttosto bassa (sotto i 5 metri), mentre per entrambe ci sono diverse segnalazioni, come a Palermo (2011), Salerno (2013) e Vasto (2016) di esemplari infestati essi stessi dal punteruolo, che evidentemente, pur prediligendo le palme delle Canarie, varia la sua dieta a seconda della disponibilità. La palma da datteri (Phoenix Dactilyfera) viene indicata in alcuni siti come la più attaccata dal punteruolo e in altri come immune (ad esempio, sul sito del comune di Palermo, che ne ha piantumate diverse le scorse settimane).

A Capaccio (Salerno) le piante che verranno messe a dimora in sostituzione delle palme sono per lo più autoctone ed individuate in base ad una precisa scelta di salvaguardia della biodiversità dell’ecosistema locale: lecci (quercus ilex), albero di giuda (cercis siliquastrum), carrubo corbezzolo, lentisco, ligustro e melograno. Inoltre, è prevista, anche la piantumazione di jacaranda mimosifolia, pianta non autoctona ma molto interessante per la copiosa fioritura estiva e la piena compatibilità con le altre essenze vegetali locali. Una scelta analoga è stata fatto a Palermo, con l’aggiunta della quercia da sughero. Anche in provincia di Lecce si è andati in questa direzione utilizzando degli ulivi.

 

Come si evince da questa panoramica le soluzioni sono le più diverse. A nostro giudizio l’importante è provvedere quanto prima alla rimozione degli “spuntoni” e alla loro sostituzione con nuove piante agendo con lungimiranza secondo una pianificazione che tenga conto sia delle esigenze estetiche e sia dei costi.

Le palme sulla passeggiata nel secolo scorso

 

Oltre 100 anni fa, quando furono progettati il viale di palme lungo tutto il fronte mare e, poi, quando furono aggiunte le due file di magnifici pini di Aleppo della nostra passeggiata si pensò guardando al futuro, anche lontano. 

 

Alcune delle fonti:

https://alassiofutura.blogspot.com/2018/02/noli-passeggiata-noli-un-cimitero-di.html

https://www.comuneloano.it/files/ftp/SostituzionePalme/tav%202%20relazione%20tecnica.pdf

https://www.comune.palermo.it/noticext.php?id=19909

https://consorzioaxa.it/punteruolo-rosso-colpisce-anche-la-washingtonia/

http://www.ilcentro.it/chieti/morte-le-palme-nuove-sostituivano-quelle-del-punteruolo-1.1945378

http://www.lecceprima.it/politica/trenta-olivi-per-sostituire-le-palme-infette-e-colpite-dal-punteruolo-rosso.html


 Il punteruolo rosso

Punteruolo rosso

 

Il “punteruolo rosso” (Rhynchophorus ferrugineus), coleottero di origine asiatica, ha colpìto l'Egitto nel 1992 (30.000 palme distrutte in poco tempo, specialmente quelle che producevano datteri). E' passato in Spagna nel 1994 e segnalato in Italia per la prima volta a Pistoia nel 2004. Nel 2007 venne organizzato a Sanremo un convegno a carattere regionale per adottare strategie di lotta e nel 13 febbraio 2008 venne pubblicato il primo decreto che obbligava Enti pubblici e privati proprietari di palme a provvedere alla eradicazione delle palme infestate con triturazione e smaltimento dei residui". Gli adulti di Rhynchophorus ferrugineus sono attivi sia di giorno che di notte. Sono abili volatori, in grado di raggiungere nuovi ospiti nel raggio di 1 km.

La oviposizione avviene solitamente in corrispondenza delle porzioni più giovani e tenere della pianta o in ferite del tronco o del rachide fogliare. Una femmina può deporre sino a 200 uova per volta.

Dopo la schiusa, le larve si dirigono verso l'interno della pianta, scavando gallerie grazie al robusto apparato masticatorio e danneggiando soprattutto la zona del tronco immediatamente sottostante alla corona fogliare. Il periodo larvale dura in media 55 giorni.

Le larve si impupano in genere alla base della pianta, formando dei bozzoli ovali di fibre di palma all'esterno del tronco. Dopo l'emergenza dalla pupa gli adulti rimangono all'interno di tali bozzoli per 4-17 giorni (media 8 giorni), raggiungendo la maturità sessuale.

Il ciclo vitale completo, dall'uovo allo sfarfallamento, dura in media 82 giorni. Gli adulti hanno una durata di vita di circa 2-3 mesi.

È stato stimato che, in assenza di fattori limitanti, una singola coppia di Rhynchophorus ferrugineus possa dare vita, nell'arco di 4 generazioni, a circa 53 milioni di esemplari.

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