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Barthélemy Catherine Joubert (1769 - 1799)

Studente di legge, fu nel 1791 eletto caporale in un battaglione di volontari mandato all'armata del Reno. Divenuto ufficiale, si segnalò in più combattimenti sulle Alpi contro i Piemontesi e in uno di questi, al Colle di Tenda, rimase prigioniero. Rilasciato qualche tempo dopo, alla battaglia di Loano (23 novembre 1795) meritò il grado di colonnello. Generale nel 1796, ebbe una parte importante nella campagna di Bonaparte in quell'anno e nel seguente.
In tutti i combattimenti, a Montenotte, Mondovì, Lodi, Castiglione, Rivoli, mostrò grande abilità di capitano e valore di soldato.
Promosso nel 1797 generale di divisione, fu nell'anno stesso comandante in capo dell'armata d' Olanda e nel 1798 di quella d'Italia. In queste funzioni, sentendosi offeso dall'ingerenza dei commissari del Direttorio nei fatti amministrativi della Repubblica Cisalpina della quale era a capo, presentò le dimissioni.

Nel 1799, allo scatenarsi degli Austro-Russi contro l'Italia venne di nuovo richiamato a quel comando, in sostituzione del generale Moreau destinato a quello del Reno. Secondo alcune fonti rimandò di un mese l’offensiva per tornare in Francia e sposare Zefirina di Montholon, figlia adottiva del senatore Charles de Sémonville. Nel giugno di quell’anno MacDonald era stato battuto sulla Trebbia e necessitava un intervento, che venne preparato proprio ad Arenzano, a Villa Mina (allora villa Scassi).
A quel punto gli avversari si erano rafforzati, tanto da poter disporre di ben 40.000 uomini, il doppio degli uomini di Joubert.  Questi passò l'Appennino e prese posizione contro il generale Suvarov sulle alture di Novi il 15 agosto.
Joubert fu ferito mortalmente nella prima fase della battaglia, colpito da un proiettile nemico. Morì invocando il nome della giovane moglie (finita poi sposa proprio di MacDonald).
Fu sostituito al comando dal Moreau ma la sconfitta fu inevitabile.
La battaglia di Novi Ligure, sebbene non decisiva dal punto di vista strategico, si rese famosa per la crudezza dei combattimenti, che la rese una delle battaglie più sanguinose dell'epoca napoleonica. I francesi persero 6.500 soldati tra morti e feriti ed ebbero 2.000 dispersi. Le perdite austro-russe, mai del tutto accertate per la presunta mancanza di veridicità dei rapporti, furono di oltre 5.000 per gli austriaci e circa 1.500 per i russi, tra morti e feriti.

Della presenza di Joubert ad Arenzano ne parla il parroco di Arenzano don Paolo Delucchi nel suo libro del 1877 "Della vita dei santi martiri Nazario e Celso, con appendice di alcune notizie topografiche-storico-ecclesiastiche": "E' pur degna di nota la venuta in Arenzano del generale francese Joubert. Quando nel 1799 il generale russo Suwarow in tre giornate 17, 18, 19 giugno vinse alla Trebbia i Francesi comandati da Macdonald, e questi si riunì sugli Appennini a Moreau, fu allora che Joubert scese in Arenzano e proprio nel palazzo degli Scasso, ora dei signori Graffigna, circondato dal suo stato maggiore ideò il piano della gran battaglia di Novi dove restò vinto e perì miseramente". 

Ad Arenzano, nella Mostra dei Cantieri Navali presso il Santuario di N.S. delle Olivette, è presente un dipinto che ritrae il generale.

Un monumento a lui intitolato è sotto l’arco di trionfo a Parigi, mentre un secondo, in bronzo, a Bourg-en-Bresse in Francia, fu fuso durante il regime di Vichy nella seconda guerra mondiale per recuperarne il metallo.

Fonti:
  • Paolo Delucchi - "Della vita dei santi martiri Nazario e Celso, con appendice di alcune notizie topografiche-storico-ecclesiastiche", 1877
  • http://www.treccani.it
  • http://it.wikipedia.org, http://fr.wikipedia.org
  • http://www.arenzanotracieloemare.it/

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